La scuola
ed il fenomeno dell’evasione
Premessa
L’area di intervento comprende i Comuni di Casal
di Principe, Casapesenna, Villa Literno e S.Cipriano d’Aversa con
una popolazione complessiva di circa 50 mila abitanti.
L’intervento di Agrorinasce durante il periodo di programmazione
QCS 1994/99 ha avuto il duplice scopo da un lato di ridurre le notevoli
carenze di funzionalità didattica e di edilizia scolastica e dall’altro
di diminuire gli elevatissimi tassi di dispersione scolastica. I risultati
sono stati considerevoli, come vedremo anche nel dettaglio per singolo
istituto, tuttavia occorre ancora agire in queste direzione per far si
che tale tendenza si consolidi sempre più nel tempo.
Il fenomeno dell’evasione scolastica prima e dopo
l’azione di Agrorinasce
L’analisi del ‘sistema scuola’ evidenzia una presenza
di ben 12 istituti scolastici con una popolazione complessiva di circa
6.000 allievi (oltre il 12% della popolazione totale) distribuiti tra
direzioni didattiche (6 istituti), scuole medie (5 istituti) ed un istituto
tecnico commerciale. Occorre aggiungere, inoltre, la sezione distaccata
del Liceo Scientifico di Aversa localizzato nel Comune di S. Cipriano
d’Aversa che conta una numerosa popolazione scolastica.
Tab.
1 - Numero di allievi per tipo di istituto e Comune
anno scol. 2001-02
Nell’analisi elaborata nel 1997 il sistema scuola
nei quattro Comuni presentava una situazione certamente più grave,
specie dal punto di vista infrastrutturale. In tutti gli istituti scolastici
non esisteva un laboratorio e nessuna palestra funzionante. I tassi di
dispersione scolastica presentavano dati impressionanti già dalle
direzioni didattiche tra i più alti della provincia di Caserta
e sicuramente in Italia: l’1% annuo per le direzioni didattiche,
circa 30 allievi, ben il 4,5% annuo per le scuole medie (con valori massimi
che in alcune scuole, come Villa Literno e S.Cipriano, superano l’8%),
equivalenti a circa 100 allievi.
L’azione di Agrorinasce a favore delle scuole, nel periodo compreso
tra l’anno 2000 e 2001, si è concretizzato nei seguenti interventi:
• progettati e realizzati 11 interventi di ristrutturazione
di aule per laboratori e palestre in otto scuole dell’area;
• la fornitura di ben 13 laboratori didattici e 6 attrezzature
complete per palestre;
• il ‘Progetto Scuola Aperta’ un complesso programma
di attività di animazione scolastica nelle ore pomeridiane e
rivolto a tutte le scuole dei Comuni di Casal di Principe, Casapesenna,
S. Cipriano d’Aversa e Villa Literno;
• il programma di diffusione e promozione della cultura del lavoro
e dell’impresa rivolto alle due scuole superiori presenti nei
Comuni di Casal di Principe e S. Cipriano d’Aversa.
In totale solo con il progetto di Scuola Aperta, nell’intero
anno scolastico 2000/01, sono stati coinvolti oltre 4.800 ragazzi sui
circa 7.700 studenti che costituiscono l’intera popolazione scolastica
dell’area.
Tutti i lavori realizzati dai giovani sono stati raccolti dalla Fondazione
IDIS, assegnataria dell’esecuzione del progetto, ed esposti durante
la Manifestazione ‘OrientaGiovani: Rassegna della Cultura del lavoro
e dell’impresa’; è stato realizzato, inoltre, un Cd
Rom su tutti gli elaborati realizzati dai diversi gruppi di studenti.
Nella stessa manifestazione tutti gli studenti partecipanti sono stati
premiati con un diploma di partecipazione offerto dalla Fondazione IDIS
Città della Scienza ed Agrorinasce.
Nel corso dell’anno 2003 è stata fatta un’analisi
di verifica sugli effetti dell’azione combinata di Agrorinasce e
degli istituti scolastici.
L’analisi ha riguardato i seguenti aspetti: numero degli alunni,
tassi di evasione scolastica e la capacità progettuale e di successo
sui finanziamenti dei singoli istituti scolastici (anche alla luce dell’avvio
del PON Scuola e del POR Campania).
In generale l’analisi di verifica è stata positiva, specie
per i miglioramenti avuti nella diminuzione dei tassi di dispersione scolastica,
tuttavia si evidenzia, oltre ad un generale calo della popolazione scolastica,
l’enorme difficoltà che gli istituti hanno nella progettazione
e nel conseguente ottenimento dei necessari finanziamenti utili all’acquisto
di ulteriori attrezzature/laboratori (soggette ad obsolescenza) e per
avviare nuove attività extracurriculari.
Distinguendo per tipologia di istituto scolastico le risultanze
dell’indagine sono state le seguenti:
1. le direzioni didattiche contano la maggior presenza
di popolazione scolastica con circa 3.100 allievi presenti nei quattro
Comuni. Dall’analisi dei tassi di dispersione scolastica emerge
che in tutti gli istituti si è avuto un netto miglioramento dei
tassi di evasione scolastica, ormai prossimi allo zero, contro l’1%
annuo del 1996.
2. le scuole medie contano una popolazione complessiva di 2.218 allievi.
Anche in questo caso si registrano grossi miglioramenti nei livelli
di dispersione scolastica. I tassi nell’anno scolastico 2001/2002,
pari al 2%, risultano più che dimezzati rispetto al 5,5% dell’anno
scolastico 1998/99.
3. l’unico istituto superiore presente l’ITC di Casal di
Principe (il liceo scientifico di S. Cipriano d’Aversa risulta
una sezione distaccata di Aversa) presenta anch’esso una situazione
in netto miglioramento, infatti nell’ultimo anno scolastico 2001/02
il tasso di abbandono scolastico è stato dell’11,4% contro
il 26,67% dell’anno precedente.
Tabella 2 - I tassi di dispersione scolastica nelle direzioni didattiche
per istituto negli anni 1998 - 2002
Grafico
tassi di dispersione scolastica nelle direzioni didattiche
Tabella
3 - I tassi di dispersione scolastica nelle scuole medie per istituto
negli anni 1998 - 2002
Grafico
tassi di dispersione scolastica nelle scuole medie
Tabella 4 - I tassi di dispersione scolastica nell'istituto superiore
negli anni 1998 - 2002
Grafico
I tassi di dispersione scolastica nell'istituto superiore
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La criminalità organizzata nella Provincia di
Caserta e il piano di lavoro per il recupero dei beni confiscati
La criminalità organizzata nella Provincia di
Caserta
(il paragrafo è interamente tratto dal rapporto
sulla criminalità organizzata del Ministero dell’Interno
del 1999. Sono stati analizzati anche i rapporti degli anni 2000 e 2001
ma non si sono rilevate grosse differenze rispetto a quanto rilevato nel
triennio scorso. Continua in pratica il predominio del clan dei ‘casalesi’.)
Nella provincia di Caserta permane incontrastato il potere del «cartello»
dei «Casalesi», che nel corso degli anni, è riuscito
ad assumere posizioni monopolistiche nel panorama criminale, mediante
lo scontro armato con altri sodalizi ed attraverso una accurata gestione
economica dei proventi delle attività illecite.
Esso raccoglieva originariamente 11 famiglie criminali, ognuna delle quali
con un suo capo-referente del vertice dell’organizzazione.
Tuttavia l’arresto del capo indiscusso dei «casalesi»,
Francesco Schiavone (detto Sandokan), avvenuto nel 1998, e la frattura
apertasi nel 1997 all’interno della famiglia Bidognetti di Casal
di Principe, hanno determinato una conflittualità interna per il
controllo del territorio.
A tale contesto, sono riferibili gli aspri scontri in Casal di Principe,
San Cipriano d’Aversa e Villa Literno tra fazioni riconducibili
ai clan Schiavone-Tavoletta e Bidognetti.
In tale scenario, la guida del clan sembra essere stata assunta dai boss
Iovine Antonio e Zagaria Michele, attualmente latitanti e Cantiello Salvatore,
recentemente tratto in arresto.
Le organizzazioni criminali si presentano così suddivise nel territorio:
- nel comune di Casal di Principe e San Cipriano d’Aversa, il clan
Schiavone di Casal di Principe (nucleo storico dei «Casalesi»),
retto dal menzionato Iovine Antonio;
- nel comune di Casapesenna, il clan Zagaria che fa capo al boss Zagaria
Michele;
- nel comune di Marcianise, i contrapposti clan Belforte (legato ai «casalesi»)
e Piccolo;
- nel comune di Villa Literno, il clan Tavoletta (organico ai «Casalesi»),
in contrapposizione con una frangia del clan Bidognetti;
- nei comuni di Aversa, Teverola, Trentola, San Marcellino e Lusciano,
il clan Biondino, organico ai «Casalesi» (dopo l’arresto
del capo clan Biondino Francesco non si sono evidenziati personaggi in
grado di fungere da referente per i «Casalesi»);
- nel comune di Cesa, i clan Mazzara (organico ai «Casalesi»)
e Caterino, in contrasto tra di loro;
- nel comune di Gricignano, il sodalizio criminale retto da D’Autiero
Andrea, referente locale dei «Casalesi»;
- nel comune di Frignano, il clan Di Chiara (organico ai «Casalesi»);
- nel comune di Parete, il clan Feliciello (organico ai «Casalesi»),
diretto dal latitante Di Sarno Giancarlo;
- nei comuni di Caserta, Maddaloni, San Clemente, Casagiove, Recale e
San Nicola La Strada, (già teatro della sanguinosa faida tra i
sodalizi Belforte-Musone e Piccolo-Delli Paolo) sembrerebbe prevalere
Letizia Antonio, già elemento di spicco del sodalizio Belforte-Musone,
che avrebbe conquistato spazi di autonomia senza entrare in conflitto
con i superstiti del decimato clan Piccolo-Delli Paoli;
- nel comune di Castel Volturno, il clan Luise-Morrone;
- nei comuni di Recale e Macerata Campania, il clan Perreca (legato ai
«Casalesi»);
- nei comuni di San Felice a Cancello e S. Maria a Vico, il clan capeggiato
dal latitante Di Paolo Mario, collegato ai «Casalesi»;
- nel comune di Capua, il gruppo diretto dal cittadino albanese Kastrati
Agim, attualmente detenuto, referente dei «Casalesi»;
- nei comuni di S.Maria Capua Vetere e San Prisco, il clan emergente Bellagiò;
- nei comuni di Sparanise, Teano, Calvi Risorta, Vitulazio, Vairano Scalo,
Formicola e Pignataro Maggiore, il clan Papa;
- nei comuni di Mondragone e Falciano del Massico, il clan La Torre;
- nei comuni di Sessa Aurunca e Cellole, il clan Esposito.
Tra le illecite attività gestite dai clan si segnalano,
in particolare, lo smaltimento illegale dei rifiuti (anche tossici), peraltro
gestito dai «Casalesi» in maniera quasi esclusiva, nonché
la consumazione di truffe per contributi e frodi fiscali in danno dell’Unione
Europea nel settore lattiero-caseario.
La camorra casertana ha mostrato una forte penetrazione
nel sistema imprenditoriale ed ha imposto sul mercato le proprie imprese,
facendo ricorso alla violenza ed alla corruzione, ma anche ad una maggiore
competitività realizzata con false fatturazioni e l’imposizione
di salari particolarmente bassi.
Si devono registrare tentativi di inserimento della camorra
nei grandi appalti pubblici (realizzazione della linea ferroviaria «alta
velocità», del complesso logistico U.S. Navy di Gricignano
d’Aversa e nella realizzazione dell’interporto Maddaloni-Marcianise).
Spesso, in un contesto di commistione tra criminalità
organizzata e diffusa, si inseriscono fenomeni di abusivismo edilizio
e degrado ambientale 1.
Si rileva, di recente, l’operatività di gruppi
criminali albanesi, per i quali non è ancora comprovata l’effettività
dei collegamenti con le organizzazioni camorristiche casertane.
È presente, altresì, una numerosa comunità
di immigrati extracomunitari, ai quali i clan casertani e napoletani ricorrono
per lo spaccio al minuto di sostanze stupefacenti. Infatti i minori compensi
richiesti dagli stranieri consentono alle organizzazioni criminali di
immettere sul mercato le droghe a prezzi particolarmente contenuti, in
grado di attirare acquirenti anche da altre province.
Rilevante è il fenomeno della prostituzione, soprattutto
di quella di origine nigeriana. Sono state individuate numerose basi di
appoggio per prostitute che giornalmente si recano in altre province campane,
principalmente Salerno e Napoli.
Per una più completa valutazione del quadro della delittuosità
nella provincia e della contrapposta azione di contrasto e prevenzione,
si rinvia all’unita scheda.
Tra le connotazioni più salienti del 1999, rilevano:
DELITTUOSITÀ:
- aumento di estorsioni denunciate, rapine ed incendi dolosi;
- diminuzione di furti ed attentati dinamitardi e/o incendiari;
- nr. 40 omicidi volontari di cui nr. 20 di criminalità organizzata
(l’anno precedente erano stati rispettivamente 45 e 22).
AZIONE DI CONTRASTO ALLA CRIMINALITÀ ORGANIZZATA:
- nr. 4 associazioni di stampo mafioso perseguite con la denuncia di nr.
121 soggetti;
- nr. 10 associazioni per delinquere perseguite con la denuncia di nr.
81 soggetti;
- la cattura di nr. 41 pericolosi latitanti (di cui 16 inseriti nell’Opuscolo
dei 500 più pericolosi ricercati);
AZIONE DI PREVENZIONE SPECIALE:
- nr. 7 proposte di sorveglianza speciale della P.S. inoltrate;
- nr. 14 misure di sorveglianza speciale irrogate dall’A.G.;
- nr. 214 avvisi orali emessi;
- sono state adottate misure patrimoniali, in particolare, nei confronti
del clan dei «Casalesi».
La situazione dei beni confiscati nella Provincia di
Caserta
Dall’esame dell’elenco dei beni confiscati
alle organizzazioni criminali, fornito dall’Ufficio del Commissario
Straordinario del Governo per la gestione e la destinazione dei beni confiscati,
nella Provincia di Caserta emerge una situazione a dir poco difficile.
L’elenco fornito è aggiornato al mese di maggio dell’anno
2001 e nel frattempo la situazione è decisamente peggiorata in
quanto sono intervenuti molti altri sequestri e confische definitive.
Alla data indicata la situazione nella Provincia di Caserta viene così
rappresentata:
Beni immobili sequestrati: 175 beni immobili localizzati
in 24 Comuni della Provincia di Caserta
Beni immobili destinati allo Stato: 2 e localizzati nel Comune di Mondragone
Beni Immobili destinati al Comune: 85
Beni immobili da destinare: 88
Beni immobili consegnati: 50
Il 90% circa di tutti i beni sono localizzati tra l’area
aversana e quella domiziana, la maggior parte dei quali e riconducibili
direttamente ai ‘casalesi’ o indirettamente a organizzazioni
legate ad essa.
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