SUMMER SCHOOL UCSI 2023: Conclusa dopo tre giorni, dieci tavoli, quattro sessioni e 30 relatori la tre giorni della Scuola di Giornalismo Investigativo di Casal di Principe.

 

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Summer School Ucsi, Di Trapani (Fnsi): «Un percorso di legalità dedicato ai giornalisti vittime della criminalità e una alleanza formativa con la magistratura». Colosimo: “Cambiare le modalità di gestione dell’Agenzia per i beni confiscati: Agrorinasce il modello; e le norme sulle vittime di mafia». Ravveduto: «Cerchiamo un nuovo modo di leggere le mafie, la criminalità: parallelo gang italiane e afroamericane». Conclusa dopo tre giorni, dieci tavoli, quattro sessioni e 30 relatori la tre giorni della Scuola di Giornalismo Investigativo di Casal di Principe.

 

381287588 794038876058913 1468673947702524 nREGGIA DI CARDITELLO (San Tammaro | Caserta) - Di Trapani (Fnsi): «Un percorso di legalità dedicato ai giornalisti vittime della criminalità e una alleanza formativa con la magistratura». Colosimo: “Cambiare le modalità di gestione dell’Agenzia per i beni confiscati: Agrorinasce il modello; e le norme sulle vittime di mafia». Ravveduto: «Cerchiamo un nuovo modo di leggere le mafie, la criminalità: parallelo gang italiane e afroamericane». Conclusa dopo tre giorni, dieci tavoli, quattro sessioni e 30 relatori la tre giorni della Scuola di Giornalismo Investigativo di Casal di Principe, tenutasi nella Reggia di Carditello.

«Cambieremo il modo di lavorare dell’Agenzia dei Beni Confiscati» ha annunciato alla Summer School della Scuola di Giornalismo Investigativo nazionale dell’Ucsi di Casal Di Principe, l’onorevole Chiara Colosimo, Presidente della Commissione parlamentare Antimafia: «Il modello che dobbiamo far diventare lievito a livello nazionale per il recupero e la valorizzazione dei beni confiscati è l’Agenzia Agrorinasce». «La questione delle mafie – ha continuato la presidente - non è una questione locale, ma nazionale. Siccome la storia della mafia è costellata di solitudini, io da Istituzione voglio stare in tutti quei posti in cui c’è questo rischio: per questo la mia prima uscita pubblica è stata qui. Per questo, inoltre, devono cambiare anche le norme sulle vittime di mafia: lo Stato non deve lasciarle sole».

Un nuovo modo di raccontare la cronaca giudiziaria e le realtà sociali più difficili, è l’obiettivo della Scuola di Giornalismo Investigativo di Casal di Principe. La proposta del dialogo tra magistrati e giornalisti, per un nuovo modo di raccontare la società è nata l’ultimo giorno della Scuola alla Reggia di Carditello dal presidente della Federazione nazionale della Stampa, Vittorio Di Trapani. Di Trapani ha proposto, ottenendo subito il consenso della Summer School, un percorso di legalità ispirato ai gionalisti vittima della criminalità e la creazione di un tavolo per affrontare i nodi del rapporto giustizia giornalisti da un punto di vista formativo. La scuola era dedicata al tema «Le rivoluzioni che non ti aspetti in terra di mafie» e ispirata ai 25 anni di Agrorinasce nell’attività di recupero dei beni confiscati alla camorra.

Del resto, la Summer School Ucsi ha come obiettivo «il tentativo di portare coloro che fanno opinione dove i fatti accadono, per fargli comprendere la realtà» spiega il Direttore della Scuola, il giornalista Luigi Ferraiuolo: «In un territorio che è cambiato, dove per una volta il pendolo pende dalla parte del bene, bisogna far si che non ritorni mai più indietro».

«Agrorinasce nacque il 6 ottobre 1998, in un territorio di cui era nota la forza criminale, ma non le potenzialità economiche dell’economia legale» racconta Giovanni Allucci, Amministratore Delegato Agrorinasce «Agrorinasce voleva dare un segno di rinascita in un territorio pieno di beni confiscati alla camorra e in stato di abbandono. Dopo 25 anni possiamo dire che abbiamo ottenuto importanti risultati, amministriamo circa 150 beni confiscati che producono sviluppo territoriale, tra cui La Balzana. L’Agenzia ha il più alto numero di beni confiscati in Italia che grazie alla sinergia con Istituzioni e parti sociali miriamo a recuperare e restituire alla comunità, affinché nessun bene confiscato venga abbandonato».

Tra i tavoli della Scuola il confronto tra Agrorinasce e l’azienda agricola di Suvignano in Toscana, in provincia di Siena, il bene confiscato alle mafie più grande d’Italia. Nel dialogo tra gli amministratori: Giovanni Allucci e Giovanni Mottura, insieme con il Direttore dell’Agenzia nazionale dei beni confiscati, Bruno Corda; con uno sguardo sullo stato dell’arte in Italia e di come esportare il «modello Agrorinasce».

Un altro tavolo ha studiato i modelli sociali che accompagnano la criminalità organizzata: «corruzione, mafia e paura» un trinomio che si serve non più solo della violenza per strada, ma che sta al passo con l’evoluzione tecnologica e si evolve con la società. Dai messaggi di apologia criminale veicolati tramite le canzoni neomelodiche e i social, il rischio in atto soprattutto per le nuove generazioni, è il veicolare una realtà di valori criminali. Luci ed ombre dell’evoluzione digitale sono state illustrate da Marcello Ravveduto, Professore di Digital Public History Università di Salerno e Università di Modena e di Reggio Emilia.

Grande applauso per Augusto Di Meo, testimone oculare dell’omicidio di Don Peppe Diana, nominato di recente consulente della Commissione Antimafia. A conclusione del dibattito i corsisti si sono recati alla tomba di Don Peppe presso il cimitero di Casal di Principe, per un commosso momento di preghiera.

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