La masseria ‘Ferrandelle’ in S. Maria La Fossa è una delle più importanti fattorie confiscate a Francesco Schiavone, Sandokan ed ha una grandezza complessiva di circa sessanta ettari.
La storia della confisca è durata circa cinque anni e la successiva fase di valorizzazione del bene ben quindici anni. La confisca della masseria e il lungo impegno assunto per la valorizzazione dell’intero complesso agricolo da parte di Agrorinasce sono esemplificativi della difficoltà di realizzare progetti complessi che coinvolgono soggetti del terzo settore, istituzioni pubbliche ma anche soggetti privati.
Inizialmente Agrorinasce aveva avviato un progetto di recupero a fini produttivi e sociali di circa tredici ettari per la realizzazione della ‘Fattoria dei Prodotti tipici’, in collaborazione con associazioni di categoria ed istituzioni universitarie.
Successivamente il progetto, che aveva già comportato la spesa di circa 400.000,00 euro, è stato sospeso dallo stesso Ministero dell’Interno in ragione dell’iniziativa del Commissario di Governo per l’emergenza dei rifiuti nella Regione Campania il quale, per fronteggiare siffatta gravissima criticità, aveva individuato agli inizi del 2008 quale sito di stoccaggio provvisorio dei rifiuti, per una capacità complessiva di 350.000 tonnellate, l’altra porzione di terreno confiscato allo stesso Schiavone e confinante con l’area assegnata ad Agrorinasce.
Nel corso dello stesso anno, d’intesa con il Ministero dell’Interno – PON Sicurezza, Agrorinasce si è adoperata per l’individuazione di soluzioni alternative, individuando la nuova destinazione d’uso nel Centro di documentazione ed educazione ambientale, isola ecologica e impianti di produzione di energia da fonte rinnovabile’: una destinazione più coerente con lo stato dei luoghi.
Agrorinasce trasmetteva, così, al Ministero dell’Interno PON Sicurezza Ob. Conv. 2007-2013, apposita scheda progettuale di riconversione, approvata con decreto del 5 agosto 2011, dell’ex Fattoria dei prodotti tipici in’Centro di educazione e documentazione ambientale e isola ecologica’ per l’importo complessivo di euro 1.479.000,00 che veniva e provvedendo poi a tutte le procedure di evidenza pubblica per l’individuazione delle professionalità tecniche, delle imprese per i lavori e le forniture, alla realizzazione di tutte le opere e forniture e alla progettazione delle attività pubbliche da realizzare.
Nelle more che i lavori del Centro fossero conclusi, Agrorinasce provvedeva alla realizzazione dello studio di fattibilità per la realizzazione di un impianto di biogas per il trattamento dei reflui zootecnici da realizzarsi accanto al nascente Centro di educazione e documentazione ambientale; così, in data 30 aprile 2013, Agrorinasce pubblicava il bando di project financing per la realizzazione e gestione ventennale di un impianto di biogas di 1 Mw per il trattamento dei reflui zootecnici di allevamenti bufalini, per un investimento complessivo di 9 milioni di euro IVA inclusa, aggiudicato poi alla ditta privata Intercantieri Vittadello SpA con sede in Limena (PD), alla quale poi è subentrata la Power Rinasce srl, la concessione dell’impianto per la durata di venti anni dalla data di connessione dell’impianto alla rete elettrica nazionale.
Nel corso del mese di giugno 2015, Agrorinasce ultimava i lavori del Centro di educazione e documentazione ambientale, avviando un primo progetto di educazione ambientale con tutti gli istituti scolastici del territorio (in tutto dieci istituti), in collaborazione con la Fondazione POLIS e l’Unità più scuola meno mafie e il finanziamento del Ministero dell’Istruzione. Nel mese di maggio 2016 Agrorinasce premiava tutti gli istituti scolastici, inaugurava l’avvio delle attività dell’impianto di biogas e intitolava il Centro di educazione e documentazione ambientale a Pio La Torre, alla presenza di Franco La Torre e di autorità locali e nazionali. Il Centro, oggi, è attivo con decine d’incontri ed è stato istituito anche un Albo con soggetti che intendono collaborare con Agrorinasce per attività di sensibilizzazione in materia ambientale. Un’altra porzione della masseria confiscata a Francesco Schiavone Sandokan, in S. Maria La Fossa (CE), località ‘Ferrandelle’ è stata, invece, destinata a isola ecologica. Anche in questo caso, Agrorinasce ha curato tutte le fasi di progettazione e realizzazione dell’opera, con i lavori che sono stati conclusi nel mese di giugno 2015. Il bando per la gestione dell’isola ecologica è stato curato dalle Amministrazioni Comunali di Capua, Grazzanise e S. Maria La Fossa nell’ambito del progetto condiviso di raccolta e smaltimento dei rifiuti urbani. Ad aggiudicarsi il bando è stata la ditta Ecologia Falzarano.
Le attività sono state avviate nel mese di giugno 2016 con risultati della raccolta differenziata in crescita. Contestualmente, in seguito all’ottenimento dell’agibilità hanno avuto inizio anche le attività del vicino Impianto di Biogas, per il cui funzionamento sono impiegati oltre 6.000 capi bufalini di circa 35 allevatori della zona.
La proposta di Agrorinasce ha rappresentato il più importante investimento di energia pulita su un bene confiscato alla camorra, poiché porterà non solo importanti benefici ambientali a tutta la comunità del territorio grazie all’abbattimento dei nitrati presenti nei reflui zootecnici che saranno conferiti nell’impianto e ma anche benefici economici per gli stessi allevatori bufalini per il corretto trattamento dei reflui zootecnici a titolo gratuito e il rispetto della cosiddetta ‘Direttiva Europea dei Nitrati’.
Stato Attuale dei Lavori - Gennaio 2013
Stato Attuale dei Lavori - Luglio 2013
Stato Attuale dei Lavori - Settembre 2014
Foto dopo la chiusura dei lavori
Agg. 03/2018
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